Archeologia e Locri EpizefiriStoria

Apollo di pietra: la fondazione oracolare di Locri Epizefiri

Secondo una delle più suggestive e affascinanti tradizioni tramandate dagli antichi, la fondazione di Locri Epizefiri affonda le sue radici nella sacralità e nel prestigio dell’oracolo di Delfi, la cui autorità era riconosciuta e rispettata in tutto il mondo greco.

Narrano, infatti, le antiche testimonianze che un gruppo di coloni provenienti dalla Locride greca, ansiosi di trovare una nuova patria e desiderosi di stabilirsi nelle fertili terre della Magna Grecia, decisero di interpellare il famoso oracolo, per ricevere una guida divina che orientasse il loro cammino e la loro scelta. Delfi, sede del tempio di Apollo, dio della sapienza, della luce e delle arti, era considerato il centro spirituale e profetico del mondo ellenico, e i suoi responsi godevano di un prestigio incontestabile e indiscutibile.

Ai coloni che chiedevano indicazioni precise su dove fondare la nuova città, la Pizia, sacerdotessa del dio Apollo, diede un responso enigmatico e carico di significati simbolici: avrebbero dovuto stabilirsi laddove avessero trovato “l’Apollo di pietra”. Questo enigmatico responso, in puro stile delfico, lasciava ampio spazio all’interpretazione, mettendo alla prova la saggezza e la perspicacia degli uomini.

Partiti dunque dalla loro terra natale, i coloni navigarono verso occidente, attraversando mari ignoti e pericolosi. Dopo lungo peregrinare, giunti lungo le coste calabresi, nella zona che poi sarebbe divenuta Locri, scoprirono finalmente un segno divino che confermava il vaticinio: una pietra con incisa l’effigie di Apollo. Fu immediatamente chiaro che quel luogo era esattamente quello indicato dall’oracolo di Delfi.

Convinti di essere sotto la protezione diretta del dio Apollo, essi stabilirono in quel luogo il proprio insediamento, erigendo il primo nucleo urbano di Locri Epizefiri. Il ritrovamento del simbolo divino conferiva al nuovo insediamento una sorta di investitura divina e un’autorevolezza sacrale: i coloni non erano semplicemente migranti in cerca di fortuna, ma prescelti dal dio, destinati a costruire una polis protetta dalla divinità della sapienza e delle arti.

Questa leggenda fondativa assume una grande rilevanza non solo religiosa ma anche identitaria, poiché legava indissolubilmente Locri Epizefiri al prestigio spirituale di Delfi, facendo di essa una città con radici divine, benedetta e favorita dagli dèi olimpici. La città, infatti, sviluppò nel tempo una forte coscienza della propria identità culturale, ispirata dalla figura apollinea della giustizia, della legge e della misura, incarnata mirabilmente nella figura del legislatore Zaleuco.

Il mito dell’Apollo di pietra si rivelò, pertanto, non soltanto un racconto di origini, ma un potente elemento unificante e legittimante per la città, ricordando continuamente ai Locresi la loro missione di diffondere i principi della giustizia, della razionalità e dell’equilibrio, valori intrinseci alla divinità che aveva presieduto alla nascita della polis stessa.

Questa storia, riportata da diversi autori antichi come Strabone nella sua “Geografia” (VI, 1, 7), offre una preziosa testimonianza della mentalità religiosa e civile della Grecia classica, evidenziando la centralità dell’oracolo delfico nel determinare il destino delle polis, e riflettendo pienamente lo spirito di un popolo che si sentiva protetto e guidato dalla saggezza divina, nel suo cammino verso la grandezza e la gloria.