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Jàphet di Giuseppe Pellegrino… un importante contributo per il recupero della memoria storica e giuridica dell’antico popolo Locrese.

Japhet. Il titolo deriva dal Japhet biblico che è il progenitore di tutte le genti, secondo l’Antico Testamento.

Il romanzo mira a raccontare una duplice realtà: da un lato una terribile storia avvenuta nella Locride e dall’altro l’origine parzialmente semitica delle leggi locresi.  Quello che l’Autore palesa è il verificarsi di una commistione: Zaleuco si è ispirato alla Bibbia, ma anche la Bibbia a Zaleuco.  Tutto questo nell’ultimo capitolo del romanzo intitolato : Le domande e le risposte.

 

Il Romanzo ha la struttura della tragedia greca, che aveva il vincolo di contenere la unità di tempo, luogo e azione. Ossia, la storia si doveva svolgere nello stesso luogo, nello stesso giorno e con una azione continua. Poiché vengono raccontati 40 anni di storia, l’autore è ricorso al trucco che tutti i capitoli hanno dei sottocapitoli. E tutti iniziano allo stesso modo: Il luogo, il giorno e l’ora, con azione continua. Con riferimento al calendario locrese, quando l’azione si svolgeva nella Locride (Locri aveva un calendario proprio), e con il calendario dei Greci quando si svolgeva altrove. Ne discendono tanti storie, solo apparentemente autonome. Solo a metà della lettura tutte le storie convergono nella battaglia più grande presso i Greci, o, forse, di tutta la umanità: La battaglia della Sagra. Dalle ricerche dell’autore il Fiume Sagra sarebbe lo Stilaro. Quel giorno, nello scontro armato tra Locri e Krothon morirono, si dice 115.000 uomini. 

 

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Il contenzioso tra Krothon e Locri è nato dalla Battaglia di Siris Poleion, pòlis sita in Basilica, alla quale hanno partecipato anche i Locresi contro i Krotoniati.

Il resto nel romanzo, soprattutto sulle modalità di come 15.000 Locresi abbiano potuto sconfiggere 115.000 Krotoniati. Anche qui il romanzo contiene nelle note la ricerca storica… che riguarda anche Pitagora.